Anpi crescenzago APPROVA il Documento per il XVII Congresso nazionale dell’ANPI

Di seguito gli atti e i passaggi, gli ordini del giorno e gli emendamenti, che hanno portato la sezione Anpi di Crescenzago ad approvare il documento per il XVII Congresso Nazionale dell’Anpi.
Congresso della Sezione ANPI Crescenzago, Milano 27 Febbraio 2022
Ordini del Giorno ed emendamenti al Documento ANPI Nazionale
Per una nuova fase della lotta democratica e antifascista.
Nota. Quello che segue è il documento, approvato dal congresso della Sezione ANPI Crescenzago (27 febbraio 2022), presentato dai delegati Anna Bresciani, Franco Capone, Giuseppe Natale al Congresso metropolitano di ANPI Milano svoltosi ad Assago nei giorni 12 e 13 marzo 2022. Il documento venne accolto negli atti congressuali con le seguenti modifiche, riguardanti il quarto ordine del giorno (La tutela dei beni storico-artistici), concordate col presidente della Commissione politica Pollio Salimbeni: eliminazione dell’intero secondo paragrafo da “Sulla questione…” a “…nell’interesse generale”; e della frase da “Il progetto edilizio…” a “…alla stessa salute degli abitanti”.
Gli Atti congressuali dell’ANPI di Milano Città Metropolitana non sono stati a tutt’oggi pubblicati nonostante diverse e reiterate richieste.
L’assemblea congressuale della Sezione ANPI Crescenzago si è svolta nella sede della sezione, nel Palazzo ex Comune di Crescenzago, Via Adriano 2/Piazza Costantino, il 27 febbraio del 2022, con la partecipazione di Claudio Molteni in rappresentanza della Segreteria ANPI Città Metropolitana di Milano.
Con voto unanime, l’assemblea congressuale APPROVA il Documento per il XVII Congresso nazionale dell’ANPI “ Per una nuova fase della lotta democratica e antifascista” e i seguenti ordini del giorno ed emendamenti.
Primo ordine del giorno da aggiungere a pag. 7, dopo il quarto paragrafo, i seguenti altri “fattori di portata globale…”:
1.E’ da denunciare e contrastare con forza e determinazione il livello insostenibile delle disuguaglianze, che diventa sempre più allarmante e devastante, con l’accentramento nelle mani di pochissimi individui e di poche multinazionali di enormi ricchezze da un lato, e dall’altro l’impoverimento sempre più esteso e generalizzato della popolazione mondiale. In Italia le disuguaglianze e l’impoverimento hanno raggiunto un livello di guardia tra i più iniqui e pericolosi rispetto ai livelli degli altri paesi industrializzati e ricchi.
- il sistema economico del capitalismo neoliberista, che riduce tutto a merce, denaro, sfruttamento senza limiti e che porta ineluttabilmente al degrado totale e alla distruzione degli equilibri vitali. Questo processo di mercificazione e asservimento non riguarda solo i lavoratori e i diritti fondamentali, ma sta minando dalle fondamenta le istituzioni democratiche e piega le organizzazioni politiche e sociali agli interessi e allo strapotere dei pochi. Questo sistema neoliberista non è in grado di autolimitarsi, diventa sempre più vorace e feroce. Produce inquinamenti diffusi e veleni tali da infettare i quattro elementi vitali fondamentali: aria, acqua, terra, energia. E crea le condizioni per la produzione e diffusione di virus generatori di pandemie endemiche.
- Il “fattore” militare, degli armamenti e delle guerre diffuse, con la spada di Damocle della distruzione totale tramite le bombe nucleari, costituisce una minaccia alla sopravvivenza stessa dell’umanità, come quella climatica ed ambientale. Per garantire la pace e la convivenza civile dei popoli del mondo, si rende urgente una rivoluzione culturale, come quella necessaria per la riconversione-transizione ecologica, tale da avviare da subito un processo virtuoso a livello locale e globale di riconversione dell’industria militare in imprese di pace: un processo contestuale e controllato da organismi internazionali indipendenti. Un passo importante è stato fatto dalla risoluzione dell’ONU di messa al bando delle armi nucleari e di avvio della denuclearizzazione del pianeta. E’ grave e inaccettabile che l’Italia non abbia ancora aderito, schierandosi con il no dei paesi detentori di armi atomiche!
La crisi ucraina, sfociata in conflitto armato, come le altre guerre in atto e quelle che si sono fatte dal secondo dopoguerra ad oggi, stanno a dimostrare che è sempre necessaria una mobilitazione continua e attiva dei movimenti per la pace in grado di influire e condizionare i poteri nazionali e mondiali. L’ANPI condanna fermamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la stigmatizza come vero e proprio “atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni”. Proprio il ritorno dello scontro USA-Russia, nonostante la fine dei due blocchi e della guerra fredda, in cui due vecchie logiche “imperiali” costringono l’Europa e tanta parte del mondo in una condizione di subalternità, ci deve convincere che è arrivato il momento di riprendere le rivendicazioni di pace e di pretendere azioni concrete che obblighino le “grandi potenze” e ogni paese a ripudiare la guerra e ad usare sempre e comunque mezzi diplomatici e dialogo e cooperazione per risolvere i conflitti (Art. 11 / Costituzione Italiana).
C’è davvero poco tempo a disposizione per salvarci dal baratro. E’ quindi con estrema urgenza che occorre mettersi nella prospettiva concreta di costruire nuove forme democratiche e partecipative di governo mondiale, in difesa di tutti i popoli e di tutti i territori in un mondo da liberare dalla morsa delle potenze dominanti e dei poteri economico-finanziari globali che stanno distruggendo il pianeta, fino a raggiungere la linea di non ritorno della catastrofe e dell’estinzione stessa degli umani e di altri esseri viventi.
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Secondo ordine del giorno, Inadeguatezza delle classi dirigenti e difesa della democrazia costituzionale.
Si entra nel mondo reale se si prova a fare un’analisi delle classi sociali e della loro composizione e condizione di sfruttamento ed alienazione; se si individuano le inadeguatezze e le contraddizioni, i limiti e i comportamenti subalterni ai poteri economico-finanziari delle classi dirigenti, in particolare di quelle che si autodefiniscono di sinistra. Ci può aiutare l’analisi gramsciana sul fallimento delle classi dirigenti italiane, a partire dal processo di unificazione del Paese.
Occorre con urgenza prendere coscienza del dualismo che si è venuto a creare nel sistema costituzionale italiano con la modifica del Titolo V della Costituzione che ha assegnato maggiori poteri alle Regioni, e con l’introduzione dell’elezione diretta del presidente di regione, che impropriamente si è presa l’abitudine di chiamare “governatore” come se si trattasse di “Stati” di una Federazione. Si dimentica inoltre che anche l’elezione diretta del sindaco estende il dualismo a livello comunale. Da quasi trent’anni il sistema costituzionale italiano è entrato nella fase di pericolosa contraddizione, quasi di schizofrenia istituzionale, accentuata dall’approvazione di leggi elettorali maggioritarie: sistema parlamentare a livello nazionale, “regime presidenziale” a livello regionale e comunale.
L’ANPI, assieme alle altre associazioni e ai soggetti di cittadinanza attiva, si deve assumere il compito di promuovere campagne culturali e politiche in difesa del sistema costituzionale, nato dalla Resistenza e dal movimento di liberazione dal nazifascismo, fondato sulla divisione e sull’equilibrio dei poteri, sulla rappresentanza proporzionale e plurale nelle istituzioni.
Occorre promuovere una decisa battaglia per la soluzione del dualismo ripristinando la centralità del Parlamento e degli organi elettivi a livello regionale, provinciale, metropolitano, comunale. E’ urgente, prima che sia troppo tardi, fermare le richieste della cosiddetta “autonomia differenziata” di alcune regioni, che confliggono con l’art. 5 / Cost. (La Repubblica una e indivisibile che riconosce e favorisce le autonomie locali e amministrative, non certo gli staterelli), e che vanno nella direzione di accentuare ulteriormente ed irreparabilmente gli squilibri territoriali mettendo in discussione l’unità stessa del Paese. Diventa quindi decisiva la battaglia contro la verticalità (oligarchica e/o addirittura monocratica) e per la orizzontalità plurale e partecipativa del potere e delle funzioni di governo. Obiettivo prioritario e fondamentale: l’introduzione del sistema elettorale integralmente proporzionale a tutti i livelli elettorali, politico-nazionale e amministrativo territoriale e locale.
Terzo ordine del giorno, Il consolidamento democratico di ANPI e il ruolo delle Sezioni.
E’ certamente vero che il tessuto civile e sociale, politico e culturale è incrinato da “disgregazione” e “depressione”, disorientamento e incertezza, precarietà e sfiducia nelle classi dirigenti e nelle organizzazioni partitiche. Questo deterioramento – che di solito si addebita, con formule vaghe e generiche, alla “crisi politica” e alla “crisi dei partiti”-, ad un esame più attento, deriva dalla violazione e dallo stravolgimento delle regole costituzionali del nostro sistema democratico, dal processo devastante della verticalizzazione e personalizzazione del comando politico, dalla invadenza e prevaricazione dei poteri economici e dei poteri criminali, dall’asservimento ai grandi potentati economico-finanziari della stampa e dei mass media (il “quarto potere”, che dovrebbe essere garantito nella sua autonomia e indipendenza).
Di fronte a questo scenario preoccupante e minaccioso, l’ANPI, assieme agli altri soggetti associativi e comitati di cittadini, deve perseguire l’obiettivo di radicarsi nei territori e nei quartieri dove si abita e si vive.
Lo strumento organizzativo di base principale sono le Sezioni, che possono (e debbono) diventare le vere officine dell’impegno e della proposta, dei progetti e dell’azione per il Bene comune e per la qualità della vita quotidiana e per la prospettiva positiva verso un futuro migliore.
Occorre quindi ripensare, per renderla più democratica e coinvolgente, l’organizzazione dell’ANPI. La verticalità deve fare i conti con la orizzontalità della militanza e con l’esigenza imprescindibile della democrazia partecipata e diretta. Le Sezioni devono diventare le cellule vitali dell’organismo associativo. Devono essere messe in grado di potere agire, con sedi risorse e strumenti adeguati. In primo luogo da esse dipende l’autonomia, l’indipendenza e la libertà dell’ANPI. L’intera organizzazione, ad ogni livello, deve porre al primo posto e con urgenza un programma concreto di promozione e sviluppo delle sezioni e di altri possibili strumenti organizzativi di base.
Per quanto riguarda le condizioni finanziarie delle sezioni, ANPI Crescenzago propone di modificare la ripartizione della quota-tessera: 2/3 di essa alla sezione, e 1/3 al provinciale e nazionale. Alla base di questa proposta stanno le motivazioni politiche del consolidamento democratico-orizzontale dell’associazione e le ragioni di una più equa assegnazione di risorse, considerando che ai due livelli superiori dell’organizzazione affluiscono fondi molto più consistenti proprio in rapporto al numero degli iscritti e ad altre fonti di finanziamento (5/1000 ecc.).
Quarto ordine del giorno: La tutela dei beni storico-artistici e ambientali e la battaglia di ANPI Crescenzago e Casa Crescenzago per la sede e per la piazza nel verde.
La nostra esperienza ci dice che è possibile e auspicabile essere protagonisti di battaglie giuste e sacrosante, sia per il valore in sé che per quello generale. Primo fronte: opposizione alla “vendita ai privati dell’edificio storico ex Comune di Crescenzago, vincolato dalla Sovrintendenza come bene storico e artistico, sede di ANPI, Banda musicale, Legambiente. Associazioni che hanno costituito, assieme ad altre, Casa Crescenzago, centro civico sociale musicale artistico. L’edificio deve essere restituito al Demanio come Bene Pubblico, secondo la Delibera n. 34/2015 del Consiglio Comunale di Milano”. La nostra battaglia per Casa Crescenzago dura ormai da 15 anni. E’ ancora aperta. Dall’esito incerto, nonostante le nostre buone ragioni suffragate dalla delibera citata, ma rimasta sulla carta inapplicata.
Sulla questione occorrerebbe, non solo per iniziativa di una Sezione ma di tutta l’ANPI , in collaborazione col mondo associativo democratico, proporre e promuovere un censimento dei beni immobili di proprietà pubblica (e anche privata), in primis di quelli con vincolo storico e artistico, lasciati vuoti e inutilizzati, per sottrarli al degrado e/o alla vendita/svendita ai privati e riutilizzarli per fini sociali e culturali, assegnandoli alle associazioni e alla cittadinanza attiva e responsabile, per la loro valorizzazione nell’interesse generale.
L’altra battaglia esemplare, che Casa Crescenzago sta conducendo, assieme a 600 cittadini che hanno firmato un appello/diffida alle autorità competenti, è “contro la cementificazione dell’area Meucci/Adriano, ultimo fazzoletto di suolo libero rimasto sul Naviglio Martesana e nel cuore storico di Crescenzago, da destinare a piazza nel verde come stabilito già nel PRG del 1980 e da sempre rivendicata dagli abitanti del quartiere e dalle delibere del Consiglio di Zona/Municipio 2”. Il progetto edilizio della società cooperativa Uniabita, aderente a Legacoop, viola i vincoli paesaggistici stabiliti dalla legislazione vigente e previsti esplicitamente nel PGT del Comune di Milano e nei Piani Territoriali della Città Metropolitana di Milano e della regione Lombardia. Il cantiere aperto ha già distrutto un muro di cinta di valore storico, arreca danni al contesto architettonico e ambientale e alla stessa salute degli abitanti.
Queste due battaglie possono diventare un esempio/modello di rivendicazione di spazi di partecipazione democratica alla vita e al governo del paese, secondo il dettato dell’art. 3 della Costituzione.
L’8 febbraio 2022, il Parlamento ha approvato in via definitiva – e con nostra grande soddisfazione – la modifica costituzionale all’art. 9, che ora così recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. / Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. [E aggiunge] Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.” L’altra modifica riguarda l’art. 41: “L’iniziativa economica privata è libera. / Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno, alla salute, all’ambiente [=inserto], alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. / La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”
E’ davvero un aggiornamento valido e positivo della nostra Carta Costituzionale, che ci incoraggia a continuare nelle nostre iniziative e nel nostro impegno quotidiano in difesa della giustizia ambientale e della giustizia sociale e per il rispetto e l’applicazione della nostra Legge Fondamentale.
Questo intervento di modifica costituzionale (per la prima volta coerente con la lettera e lo spirito della Carta del 1948) ci conforta e ci conferma che l’impostazione delle due nostre battaglie era ed è ancora più giusta e coerente col sistema costituzionale e con le leggi vigenti (cfr. la legge n. 327/2001, Piani di Governo del Territorio, Delibera n. 34/2015 del Consiglio Comunale di Milano, Delibere del Consiglio di Zona / Municipio 2 di Milano).
In questa sede congressuale si ribadisce la richiesta alla dirigenza dell’ANPI Metropolitana milanese, dell’ANPI Lombardia, dell’ANPI Nazionale di sostenere le nostre due battaglie e tutte le iniziative che ANPI Crescenzago e Casa Crescenzago stanno promuovendo da un quindicennio. Chiediamo sostegno anche legale ed iniziative opportune e urgenti. Nell’interesse generale, in difesa della legalità e della democrazia, per la tutela dell’onore di ANPI e di quelle associazioni benemerite di cittadinanza attiva che sono mobilitate assieme a noi.
Milano, Crescenzago, 27 febbraio 2022
Milano, Assago, 12-13 marzo 2022