Bella Milano: ci siamo stati e ve la raccontiamo attraverso i nostri occhi

Una grande rassegna di musica e parole per gli 80 anni della Liberazione, nella ricorrenza dello stesso anniversario della festa convocata nel 1945 dal Sindaco Partigiano Antonio Greppi in occasione della ritrovata libertà di ballare e cantare, simbolicamente sovrapposta alla presa della Bastiglia, emblema della rivoluzione francese. Quello stesso giorno di otto decenni fa due esimi protagonisti della nostra Resistenza al nazifascismo coronavano il loro impegno di compagni, nella lotta e nell’amore: Onorina Brambilla e Giovanni Pesce scelsero infatti per le stesse evocative ragioni quella data per il loro matrimonio, di cui si conserva una bellissima foto, che ha fatto da sfondo ad alcuni passaggi della serata al Castello sforzesco.
Tantissimi ospiti e una grande partecipazione per la serata voluta da ANPI e dal Comune di Milano, con la direzione artistica di Andrea Satta e RadioPopolare come media partner. Bella Milano, un titolo che potrebbe far discutere, stante i molti problemi della nostra città al presente, lontana da quelli della riscotruzione post bellica, ma ancora teatro di disuguaglianza sociale e speculazione. Tuttavia, lo spirito dell’iniziativa ha rivelato davvero la Milano bella, quella della memoria, dell’attivismo, della solidarietà, della fedeltà ai valori della Costituzione, della promozione della cultura e del respiro europeo. Una Milano capitale “morale”, come si diceva un tempo, e sicuramente capitale della Resistenza appunto – ancora oggi non solo da celebrare ma da tenere sempre viva.
I saluti istituzionali sono stati lasciati all’Assessore Comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, che ha ricordato il Nonno Partigiano e gli artisti che nel 1945 avevano animato la festa dell’epoca, Paolo Grassi e Giorgio Strehler.
A seguire l’intervento di Primo Minelli, Presidente provinciale dell’ANPI, che ha riportato anche al presente e alle molte battaglie ancora da condurre il ruolo dell’associazione e della cittadinanza milanese.
Dopodichè si sono susseguiti per oltre tre ore musicisti e musiciste, cantautori e cantautrici, poetesse, attrici e attori, sul palco illuminato nella splendida cornice del Castello Sforzesco, intervallati anche da stacchi magistrali di pianoforte sullo sfondo di immagini storiche. Ogni artista ci “ha messo la firma”, poiché ogni contributo è stato introdotto dai video degli autografi, quasi a comporre un ideale libro delle partecipazioni, per valorizzare come oltre al nome, ognun@ ci ha messo la faccia, il talento, la passione e l’emozione del momento.
Sono intervenuti fra i primi Anna Castiglia, con chitarra e voce, proponendo il pezzo Ghali, poi Giovanni Truppi, con chitarra elettrica e voce, con il brano La Felicità, quindi Alessio Lega, ancora chitarra e voce, con due pezzi – Dall’ultima galleria (ricordando Genova 2001 e dandoci appuntamento al 20 luglio nel capoluogo ligure) e La GAP (testo di Dario Fo).
C’è stato poi Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI, che ha raccolto un lungo applauso durante il suo intervento a favore della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Terrirtori Palestinesi occupati, Francesca Albanese.

Dopo lui, due brani eseguiti dalla giovane pianista siciliana Giulia Mei, uno di Roberto Vecchioni –
Cappuccio Rosso, dedicato alla comabettente turca per la causa curdo-siriana Ayse Deniz Karacagil, uccisa a Raqqa nel 2017, e Bandiera.
Poi Andrea Satta, accompagnato anche da un’altra chitarra, ha interpretato Maddalena e Legenfeld, in ricordo di suo padre, e con sua figlia sul palco, in un passaggio di testimone intergenerazionale molto coinvolgente, ha presentato la Transumanza Gotica, che in 700 chilometri di pedalata attarverserà a luglio parte dell’Italia per riportare la celebrazione degli 80 anni della nostra Liberazione attraverso la cultura diffusa e la partecipazione.
Dopo di lui, Benedetta Buccellato e Vincezo Calò hanno offerto uno scorcio in chiave teatrale sulla vita personale e politica di Nori Brambilla e Giovanni Pesce, a cui idealmente anche questa serata tutta è stata dedicata: il pubblico qui in maniera spontanea ha salutato gli attori e ricordato i due Partigiani con un coro spontaneo di Bella Ciao, che ha riempito il cielo ormai scuro ma soprattutto il cuore di tutti i presenti.
Sono seguiti ancora Giuseppe Anastasi con La Notte, la poetessa Maria Grazia Calandrone con un bellissimo estratto di uno dei sui testi in parte autobiografici, poi Motta con Mio padre era comunista (ma ci ha detto che lo è ancora!) e insieme al ritorvato Giovanni Truppi con La Brigata Garibaldi.
E’ stato poi il momento degli AREA con un repertorio di musica e parole intramontabile.
La serata è proseguita senza dimenticare di citare anche un’altra iniziativa importante, questa volta a settembre in Sicilia, che offrirà un tributo alle vittime innocenti di mafia con musiche e voci: a nome loro.
